Noi, una parola difficile

Sia chiaro, lettori, che non ci arroghiamo alcun primato di originalità proponendo questo giornale. In più occasioni negli anni passati (l’ultima, se non sbaglio, circa una decina di anni fa) qualche ardimentoso si è già cimentato su questo mobile terreno ed oggi ci proviamo noi: un manipolo agguerrito di validissimi studenti accompagnato da Dario De Cicco, Antonio Valentino e me, sotto l’indulgente e comprensiva protezione del nostro Direttore Marco Zuccarini.
La finalità principale è il tentativo/bisogno di creare all’interno della nostra meravigliosa e pluridecorata istituzione, un più vivo concetto di Noi da sempre “ostacolato” dalla struttura intrinseca, fortemente e inevitabilmente individualistica, di un genere di scuola come la nostra. Non che manchino i momenti di forte condivisione collettiva (naturalmente penso alle lezioni di musica da camera ed a quelle orchestrali, ma anche ai momenti di confronto tipici dei corsi di Storia della Musica ed Armonia), ma un giornale permette una fusione di tipo intellettuale e generazionale con più vasta platea. Esso deve essere soprattutto di voi allievi, con il vostro ventaglio d’interessi purché naturalmente miranti a una meta comune.
Ci inventeremo rubriche, interviste, piccoli saggi e quant’altro la fantasia ci permetterà, sforzi a cui non saranno estranei quanti del corpo docente (e speriamo in un numero cospicuo) vorranno regalarci qualcosa della loro arte, della loro esperienza.
Questo nuovo piccolo tentativo, una palestra per libere espressioni e proposte, esisterà e continuerà ad esistere se, soprattutto voi ragazzi del Conservatorio di Torino, ci aiuterete con la vostra presenza e disponibilità, con la vostra freschezza d’idee.
Lunga vita dunque al nostro giornale, a questa nuova specie di aula della nostra amata scuola purché il termine comune sia la parola Noi.

claudio mantovani

 

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