Dopo essere passata per mesi davanti alle locandine della mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia e, sempre per mesi, essermi detta che avrei dovuto assolutamente visitarla, ho deciso di prolungare ancora di un giorno le mie vacanze e, “convocata” un’amica, di presentarmi finalmente alla biglietteria di Palazzo Madama.

La mostra è, in realtà, piuttosto piccola e quindi potrete godervi una visita tranquilla, senza l’ansia del “devo vedere tutto” e, soprattutto, riuscirete ad arrivare alla fine con la voglia di scoprire ancora qualcosa, magari perfino di andare a comprare un bel libro sulla Regina e non sarete nauseati o distrutti dalla fatica.

Incomincerete il percorso ammirando alcuni abiti di Margherita: non so se sia così anche per voi, ma le mostre su abiti antichi e costumi di scena sono tra le mie preferite! Passerete poi ad ammirare una grande sala in cui teche e pannelli suddividono i vari ambienti e guidano la visita tramite approfondimenti sui vari aspetti, o meglio, “facce” della vita della nostra protagonista: icona di stile, madre, regina, benefattrice, musa. Può essere che molti di voi conoscano la Regina Margherita come “la prima regina d’Italia” o come dedicataria della celeberrima pizza o del corso più lungo di Torino; probabilmente molti meno saranno a conoscenza anche delle sue passioni per la montagna, per la lettura e, forse ciò che ci può interessare di più, per la musica. Fu una mandolinista amatoriale e una collezionista di strumenti a corda, sostenne la Società del Quintetto (che prese il nome di Quintetto di Corte della Regina Margherita) e una stagione musicale al Quirinale. Fu anche una grandissima appassionata di Beethoven: “Ho un culto per Beethoven, è così grande e sempre nuovo, mi sembra di stare presso Dante e Shakespeare!”. Grazie a lei, infine, la musica cameristica e quella sinfonica europea ebbero grande diffusione anche in Italia.

Visitando la mostra scoprirete anche che sfruttò il proprio ruolo di Regina per diventare un’icona di stile e, così, riuscì a rilanciaremolte antiche “arti femminili”, come quella del ricamo di merletti e alcune attività artigianali, come la lavorazione del corallo e della tartaruga, che, insegnate in scuole d’arte applicata, permettevano di vivere dignitosamente anche a giovani senza risorse e cultura.

Potrete, infine, ammirare alcuni magnifici libri, servizi di porcellana, statue e ritratti. Due pezzi vi colpiranno: la pistola utilizzata per l’assassinio di Umberto I da Bresci e una culla, dono degli artigiani napoletani per la nascita di Vittorio Emanuele III, davvero indescrivibile!!

Sperando di non aver raccontato troppo, posso dire che è sicuramente una mostra bella e piacevole, situata in un palazzo unico…sfido chiunque a visitare la mostra e non passare dieci minuti buoni con il naso per aria ad ammirare i soffitti. Siamo tutti presissimi da lezioni e sessioni di studio e quando ci concediamo una pausa pensiamo subito ad assistere a qualche Opera o a un bel concerto, ma l’ora passata con un’amica a gironzolare per una mostra nel cuore della città mi ha ricordato che dovremmo davvero prenderci del tempo per trasformarci in turisti e goderci la nostra bella e interessante Torino!

 

Carlotta Petruccioli

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